lunedì 19 maggio 2008

Enel e Sharp insieme nel fotovoltaico

Enel e Sharp: in Italia la prima fabbrica di pannelli solari

Italia fotovoltaica, promette l'Enel sull'onda della grande alleanza annunciata pochi giorni fa. Insieme al colosso giapponese Sharp, leader mondiale dei pannelli che catturano il sole, si agguanterà il business con una doppia operazione.

Nelle prossime settimane una joint venture a lieve maggioranza Sharp.
Per far nascere tra fine 2009 e inizio 2010 la prima fabbrica in Italia (ma forse sarà più di una) di pannelli dell'ultima generazione, quelli a film sottile di silicio, capaci tra l'altro di assumere forme complesse ben adattandosi anche alle costruzioni esistenti.
All'inizio si assembleranno i moduli fabbricati in Giappone.
Ma dall'anno successivo si farà tutto in casa, per esportare in tutta Europa privilegiando però l'altra operazione prevista dall'accordo: la costruzione, in Italia, di una serie di impianti di generazione elettrica solare che probabilmente troveranno posto nei terreni Enel che circondano le sue centrali "tradizionali", sfruttandone le connessioni alla rete.
Almeno 700 milioni di euro da mobilitare per quest'ultima operazione, per far funzionare entro il 2011 impianti capaci di oltre 160 Megawatt di picco. Non tantissimo, se pensiamo che una singola centrale elettrica tradizionale fa almeno cinque volte tanto. Ma abbastanza per avviare una vera "filiera" nazionale del fotovoltaico. Non di meno si investirà per la fabbrica di pannelli, anche se i parametri economici saranno definiti nei prossimi mesi, quando il memorandum of understanding annunciato ieri mattina dall'Enel potrà sfociare nella joint, con tanto di quote e business plan dettagliato.
Si sa che l'operazione ha tutte le potenzialità del grande affare. Anche perché il trend è teoricamente favorevolissimo al nostro paese, ora costretto a rivolgersi ai fornitori esteri sia per le tecnologie che per i materiali del fotovoltaico (ma nell'eolico è lo stesso). La combinazione tra la più alta dipendenza europea dalle fonti fossili (e dal relativo import) e le caratteristiche impagabili del "paese del sole" ci stano infatti mettendo virtualmente al primo posto nella corsa alla convenienza del fotovoltaico rispetto alla produzione elettrica non rinnovabile.
Nel frattempo gli incentivi pubblici ci sono, robusti. Serviranno (un po' sta accadendo, molto potrebbe accadere nei prossimi mesi) a lanciare l'operazione fino al momento in cui le curve di convenienza si incroceranno.
Cosa che da noi, proprio per la combinazione tra oneri altissimi per gli idrocarburi e "resa" senza pari del sole, dovrebbe avvenire con anticipo rispetto alla media internazionale. Che gli analisti collocano peraltro in un orizzonte temporale ormai vicinissimo: tra il 2010 e il 2020. Ciò grazie ai progressi nell'efficienza e nell'economicità dei pannelli di ultima generazione: il film sottile a tripla giunzione che caratterizza la tecnologia Sharp raffredda i costi di produzione addirittura del 30%.
Federico Rendina

Fonte: www.ilsole24ore.com

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